La mostra di dipinti di Marta Czok, artista di origini anglo-polacche, che ha vissuto a Castel Gandolfo in Italia negli ultimi 40 anni, e precedentemente cresciuta nell’ambiente dell’emigrazione polacca del dopoguerra in Inghilterra, presenta al Museo delle Caricature di Varsavia una selezione di oltre venti dipinti satirici, tra i più rappresentativi del suo lavoro. I dipinti sono stati precedentemente esposti in varie raccolte, in mostre personali in musei in Italia e in altri Paesi europei.
Marta Czok, attenta osservatrice della società in cui vive, del mondo della politica e della finanza, mostra nei suoi dipinti, ironicamente e senza compromessi, due aree tematiche umoristiche, che tuttavia si separano chiaramente l’una dall’altra.
La prima contiene motivi che richiamano l’infanzia, scene di eventi e celebrazioni familiari, consuetudini inglesi e italiane presentate con umorismo e tono sentimentale, intervallate da riferimenti fiabeschi e da fantasiose scenografie teatrali.
La seconda area comprende la critica al mondo moderno, gerarchie di potere, finanza. Nella sua pittura figurativa, la pittrice presenta una società variegata divisa tra coloro che sono “al vertice”, e godono dei privilegi della loro posizione, disprezzando coloro che sono sempre in basso, i loro servitori. In questo gruppo di opere, l’arista condanna il comportamento e i vizi umani: gelosia, gossip, presunzione, beffa.
I dipinti sono realizzati su tela, dipinti a olio o acrilico, con un disegno chiaro. Dominano il grigio, il grigio scuro e la grafite, il rosso, il blu, il bianco e l’oro. I colori hanno un loro significato simbolico: il grigio e la grafite simboleggiano il passato e la morte, così come l’umore – la tristezza; rosso: ricchezza, forza, dominio; blu: speranza, gioia, infanzia; bianco – spiritualità, transitorietà; oro – ricchezza in senso negativo. Alcune immagini hanno un formato insolito. Alcuni hanno la forma di un trittico e la forma di dipinti d’altare.
Le opere presentate alla mostra provengono dalla collezione dell’artista e dalle collezioni della Polish Emigration Art Foundation 1939-1989.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue contenente riproduzioni di opere selezionate dell’artista.
Per l’occasione è stata realizzata una mostra virtuale che si può visitare a questo link.