In occasione di Palermo Città della Cultura 2018, Magione Arts District è lieto di presentare la personale di Marta Czok dal titolo Metropolis.
Se la prima condizione dell’esistenza umana, nonché la sua metafora più congeniale, è l’ambiente naturale in cui vive, l’attività che corrisponde a tale condizione è il lavoro, con cui la specie umana assicura la propria sopravvivenza e costituisce le proprie relazioni con gli altri individui. Con questo progetto espositivo Marta Czok propone una riflessione proprio sull’identità “sociale” degli uomini che, nell’era moderna, si è costruita essenzialmente intorno al lavoro, stabilendo così una nuova condizione esistenziale. Per questo la precarietà del lavoro, suggerisce l’artista anglo-polacca tra le pieghe dei suoi lavori apparentemente innocui, destabilizza oggi l’apparato identitario, con conseguenze dirette sul piano della convivenza pacifica e prosperosa all’interno e tra le nazioni.
Precario è sinonimo di immobilità, stenti, disillusione, mancanza di futuro, ma se si prova a cambiare la prospettiva, atteggiamento che è proprio dell’arte e di quella di Czok in particolare, ci si accorge che per far fronte materialmente e psicologicamente a una condizione precaria, l’unica possibilità è quella di alzare l’asticella delle nostre prospettive, immaginare, fantasticare e rendere le utopie possibili.
Filo conduttore della mostra è il confronto costruito sui temi della raffigurazione artistica del paesaggio e del lavoro industriale (Factory, 2018; Main Road, 2017; The Game, 2017), quello nero di fumo dell’età delle fabbriche dell’era contemporanea delle delocalizzazioni (Urban Nativity, 2018), dell’automazione del lavoro, dell’omogeneizzazione sociale dei poveri e dei nuovi poveri, cioè dell’ex ceto della medio-basso borghese (Three shops, 2017; Penthouse, 2017). Il percorso espositivo non è, pertanto, solo un omaggio alla memoria delle condizioni di lavoro del passato: dentro c’è, infatti, il lavoro e il modo in cui è interpretato tutt’oggi, anche se spesso sotto mentite spoglie; c’è quella parte di esso che risulta spesso invisibile e ci sono quei cambiamenti che il lavoro ha subito e sta tutt’ora subendo, in una progressiva, lacerante liquefazione dei diritti civili acquisiti in decenni di lotte sindacali e di classe.
Sono immagini affascinanti quelle di Marta Czok, ma è un’estetizzazione dell’alienazione del lavoro odierno. È, infatti, una moderna catena di montaggio quella che raffigura l’artista per uscire dall’iconografia del lavoro agiografica che domina attualmente l’immaginario collettivo nella società ipertecnologica del nostro presente.
Magione Art District
Fino al 30 ottobre 2018
Piazza Sant’Euno, 11, 13-14, 18, Palermo.
Orari: dal martedì alla domenica, 18-23
Per info: + 339 5614942
E-mail: mlc.comunicazione@gmail.com